Ottimizzazione di un C8 per astrofotografia

Accorgimenti per migliorare le prestazioni di uno Schmidt Cassegrain


Il mitico Celestron C8 (Schmidt Cassegrain da 8 pollici) è uno strumento in commercio fin dagli anni '70:
I primi modelli, nel 1970-1980, avevano il tubo di colore arancione, per poi passare al nero negli anni '90, all'attuale colore grigio scuro.

Storia del C8

Si tratta di un telescopio riflettore molto versatile e compatto, facilmente trasportabile che si adatta un pò a tutti i tipi di utilizzo: visuale, riprese planetarie e, non per ultimo, riprese del profondo cielo. Per quest’ultimo punto ho ottenuto da questo strumento delle belle soddisfazioni, che però hanno richiesto alcune modifiche ed accorgimenti per migliorarne nettamente le prestazioni.

INDICE ARGOMENTI:

Riduttore di focale Celestron F6,3


riduttore Celestron

Questo accessorio è indispensabile per poter fare seriamente del deep sky. Prima del Celestron ho acquistato un altro riduttore di un’altra marca attirato dal prezzo inferiore, ma anche le prestazioni sono risultate nettamente inferiori. Il riduttore Celestron oltre a ridurre il rapporto focale da F10 a F6,3 dello strumento (quindi da 2000 a 1260mm di focale) spiana il campo per quasi tutto il formato DSLR. Infatti si tratta di un riduttore/spianatore di campo ed è costruito con lenti apocromatiche di buona qualità. Una cosa molto importante, che non viene riportata dal costruttore, tanto meno dai venditori è la distanza tra il sensore e il riduttore: questa distanza è importante per correggere in modo ottimale il campo inquadrato ed ottenere quindi stelle contenute e “rotonde”. Per raggiungere tale distanza con la DSLR ho dovuto usare una prolunga di alcuni centimetri.

treno ottico C8



Paraluce


A differenza di altri strumenti il C8 termina direttamente con la lastra correttrice senza alcun tipo di protezione (da umidità e dalle luci dirette). Quindi un buon paraluce permette di evitare la formazione di condensa sulla lastra corretrice (anche se nelle notti invernali con forte umidità non è sufficiente) ed evita l’ingresso di luci dirette nel tubo. Io ho autocostruito il paraluce seguendo i consigli di un amico, costituito di materiale leggerissimo ma robusto, interamente verniciato nero opaco e con un incastro sicuro sul tubo che evita movimenti e vibrazioni sul tubo stesso. In inverno si rende necessario anche l’utilizzo di una fascia riscaldante per evitare l’appannamento del telescopio. Tale appannamento, specialmente nelle prime fasi, non si rende ben visibile sulle singole immagini riprese, quindi spesso compromette il risultato finale...meglio evitare.

Paraluce



Messa a fuoco


La messa a fuoco del C8 è una delle operazioni più delicate ed importanti per un buon risultato. Uno Schmidt Cassegrain utilizza per la messa a fuoco lo spostamento dello specchio primario. Questa operazione comporta una serie di complicazioni:

1) Scarsa sensibilità sulla manopola del focheggiatore;
2) Image shift, l’immagine si sposta durante la messa a fuoco;
3) Mirror flop, spostamento dello specchio durante la sessione di ripresa e relativa perdita del fuoco.

Io ho lavorato solo al punto 1 e, indirettamente, al punto 3. Il punto 2 è soltanto fastidioso in fase di messa a fuoco, ma non ha conseguenze nelle riprese (tutti questi problemi possono essere eliminati mettendo un focheggiatore esterno e bloccando lo specchio primario).
Per il punto 1 ho sostituito la piccola manopola originale di messa a fuoco con una di maggiore diametro, in modo da ottenere una maggiore sensibilità e fluidità dei movimenti. Ho inserito una scala graduata per poter tornare in una posizione nota, ed avere avanzamenti graduali e costanti durante la fase di messa a fuoco: senza riferimenti è difficile capire di quanto si è mosso il focheggiatore. Inoltre ho montato la manopola in modo che fosse necessaria una certa forza per ruotarla, in modo tale che una volta terminata la fase di messa a fuoco, non si verificassero spostamenti indesiderati. Per focheggiare correttamente possono essere utili le varie maschere di messa a fuoco, ma il “tocco” finale lo effettuo direttamente su una stella non troppo luminosa, prima vista in “live view”, poi con scatti inferiori a 1 secondo a pixel reali. In questa fase sposto la stella dal centro a metà strada tra il centro ed il bordo (visto che lo spianatore non lavora perfettamente, cerco di limitare le variazioni del fuoco tra il centro ed il bordo). Fatto questo è importante controllare il fuoco spesso durante la sessione e comunque deve essere assolutamente rivisto dopo il passaggio al meridiano. Per il punto 3 ho notato che i movimenti dello specchio sono amplificati da eventuali vibrazioni: vedi il punto successivo.

Modifica manopola messa a fuoco



Vibrazioni e flessioni.


Le flessioni sono un punto dolente di ogni ottica, in più il C8 sembra amplificare le eventuali vibrazioni, forse perché trasmesse sul primario. Per limitare al minimo le vibrazioni ho adottato una barra Losmandy sul C8 ed una slitta maggiorata sulla EQ6.

Piastra e barra Losmandy

Inoltre è molto importante garantire un fissaggio rigido e privo di giochi e flessioni sul telescopio guida. Per ottimizzare il tutto ho utilizzato solo raccordi filettati per il fissaggio dei vari componenti ottici e delle camere di ripresa e guida. Un altro punto che ha spesso giochi è l'attacco a baionetta dell'anello T2: è necessario mettere degli spessori per evitare questo movimento. Inoltre se si utilizza una DSLR è importante utilizzare la funzione per l’alzamento anticipato dello specchio: questa funzione permette di alzare lo specchio, attendere lo smorzamento delle vibrazioni ed iniziare la posa.



Collimazione.


Questo è uno dei punti a favore del C8: semplice e veloce. A differenza di altre ottiche, la collimazione dello Schmidt Cassegrain avviene solo sullo specchio secondario, che si registra dal lato della lastra correttrice. L’operazione è semplice, si deve agire sulle 3 viti a brugola rimovendo eventualmente il tappo arancione presente su alcuni modelli. Se eseguita correttamente l’operazione richiede 10 minuti e si può fare da soli, quindi può essere controllata ed aggiustata, se necessario, prima di ogni sessione.
Questa è la mia procedura:
Tolgo il paraluce e punto una stella luminosa con tutto il treno ottico montato nello stesso modo in cui verrà eseguita la ripresa (riduttore, prolunga, ecc), compresa la camera di ripresa. Metto la camera in modalità “live view” e vedo sul monitor del PC in tempo reale la stella inquadrata. Adesso l’immagine deve essere sfocata e valutata sia in intra che in extra focale (cioè sfocando l'immagine sia in un verso che nell'altro). Si formeranno due cerchi che dovranno risultare il più possibile concentrici:

figura collimazione

Il cerchio scuro rappresenta l'ombra del secondario: esso deve essere perfettamente allineato con l'altro cerchio; in caso contrario l'immagine che vedremo sarà simile a questa:

figura collimazione

Per individuare la vite su cui agire per allineare il secondario esiste un metodo semplice e veloce.
Mettere un dito davanti al telescopio, indicando il centro del telescopio. Spostare il dito finchè l'ombra prodotta non si troverà là dove l'ombra del secondario è più vicina al bordo:

figura collimazione

La vite indicata dal dito sarà quella su cui agire. Ruotare la vite poco alla volta, al massimo di 1/4 di giro e non muovere più di una vite per volta.